La chiesa, costruita nel 1619 da Ottonello Ottonelli assieme all’attiguo convento dei Padri Scolopi (attuale palazzo municipale) è considerata una delle chiese secentesche più belle, ricche ed armoniose di tutto l’Appennino.
Fu sottoposta a radicali restauri da don Eugenio Battistini nel 1892-93, con l’affrescatura della volta ad opera di Fermo Forti, la costruzione delle prime due cappelle e l’apertura dell’ingresso laterale; dopo un ulteriore intervento conservativo compiuto nel 1968, fu chiusa per motivi di sicurezza nel 1990, e, infine, solennemente riaperta il 19 marzo 2008 dopo un lungo restauro, completo e accuratissimo, che l’ha restituita all’originale splendore.
La chiesa è a un’unica navata con sei cappelle laterali ed ampio presbiterio sopraelevato, limitato da un bell’arco sostenuto da eleganti colonne scanalate.
I sette altari sono dotati di sontuose ancone secentesche in legno intagliato e dorato, in gran parte opera dei fananesi Giovanni e Giuseppe Gherardini. Fra le undici tele conservate nella chiesa, tutte interessanti, vanno segnalate in particolare: la pala dell’altare maggiore (“Ritrovamento di Gesù al Tempio”), iniziata da Giulio Secchiari nel 1623 e terminata da Pellegrino da Fanano nel 1644, e quindi, nelle cappelle laterali, il “ Martirio di Santa Caterina d’Alessandria” di scuola guercinesca, il “San Giuseppe Calasanzio presenta alla Madonna gli scolari delle Scuole Pie”, di Girolamo Vanulli (1749) e, soprattutto, l’elegantissima, luminosa “Madonna della Ghiara”, di Lodovico Lana.
L’organo, costruito nel 1649 e recentemente restaurato, è il più antico di Fanano.
Recentemente sono state scoperte, davanti all’altar maggiore, le tombe dei Padri Scolopi fananesi, fra le quali quella dello storico Niccolò Pedrocchi; le spoglie del celebre Padre Odoardo Corsini, morto a Pisa nel 1765, sono state inumate nel 2008 presso l’ingresso laterale della chiesa. Nella sagrestia, attualmente in fase di riordino, sono collocati mobili antichi, pregevoli stampe settecentesche, diversi dipinti (fra cui un ritratto di Ottonello Ottonelli), preziosi oggetti sacri e un notevolissimo registro catastale, manoscritto redatto da un padre scolopio nel 1686.