Ecco la mostra della Pittrice Barbara Konopka alle Cantine degli Scolopi di Fanano dal 10 al 30 luglio 2021.
Inaugurazione il 10 luglio alle ore 17,30.
E’ sostenuta da una tensione conoscitiva, rivolta alla condizione dell’uomo, l’opera di Ewa Barbara Konopka. Una pittura di penetrante capacità di rappresentazione che sa fondere le esigenze dell’arte nell’esistenza, dell’artista e dell’essere umano. Quelle sue figure, soprattutto femminili, di vigile controllo formale, evocano lunghi silenzi meditativi di una vita appartata, si offrono come manifestazioni immediate di pulsioni profonde, anche sotto l’apparente calma dei loro gesti, sempre controllati, quasi di pudore. Un’attenzione, quindi, sempre maggiore all’interiorità come luogo di meditazione, ansiosa volontà di verificare stati d’animo, memorie di violenze portate dall’occupazione nazista e comunista nella sua Polonia, come dalle testimonianze dei genitori e nonni dell’artista. Non a caso i suoi dipinti sono stati scelti per una mostra itinerante nel 2009 per ricordare il 70° anniversario dell’occupazione nazista in Polonia. Le sue creature sembrano vivere ancora la solitudine di una inquietante attesa di vicende che minacciano l’umanità. La sua opera è capace anche di trattenere tutta l'ansia, la problematicità dell'età contemporanea, con dipinti emblematici di situazioni angoscianti sotto il cielo d’Europa e non solo: dal tentativo di espansione della Russia verso Ucraina e Bielorussia, all’Inghilterra fuori dall'Unione Europea; dallo stemma di "Je suis Charlie" al potere della Banca Europea; dallo sfruttamento del lavoro degli immigrati dell'Est, all'Italia con il Colosseo, paese di creativi; dalla violenza dell’estremismo islamico alla disperazione dell’uomo che stringe il capo, con i luoghi in rovina alle spalle. L’artista si fa interprete di tensioni drammatiche, di frammenti assurdi di realtà, di coercizione e brutalità che sembrano governare il mondo. “Il mio è un tentativo – dice Ewa Barbara – di denunciare a Dio ciò che sta accadendo, di interrogarmi sul senso della vita. C’è tanta tristezza in me. Ma credo che la bellezza e i motivi che l’arte esprime
possano ancora salvare il mondo”.
Michele Fuoco