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Fanano, Comune Bandiera Arancione del Touring Club Italiano dal 2001, è un piccolo comune di montagna situato a 640 metri sul livello del mare ed è inserito nel contesto dello splendido Parco dell’Alto Appennino Modenese.

La sua posizione strategica tra Emilia Romagna e Toscana gli permette di essere una meta

facilmente raggiungibile. Fanano infatti è a meno di un’ora di distanza dal casello di Modena Sud e dista un’ora
da Modena, Bologna, Bologna Aeroporto Marconi e Pistoia.

Fanano è una meta turistico-sportiva valida per 365 giorni all’anno. D’inverno gli sport invernali con la
stazione sciistica del Cimoncino, dove è possibile praticare Sci da Discesa, Sci Alpinismo e Sci Nordico e
il nostro Palaghiaccio, unico in Emilia Romagna con pattinaggio artistico ed hockey.

D’estate Fanano è meta ambita da tutti i turisti amanti di sport e vita all’aria aperta. Trekking e Mountain Bike
lungo i bellissimi sentieri e intorno alle più importanti bellezze naturalistiche come i laghi Pratignana e Scaffaiolo, le Cascate del Doccione e le Cascate della Rovinaccia, i chilometri di crinale al confine con la Toscana, i borghi storici, i borghi abbandonati immersi nella natura, i panorami più emozionanti dell’Appennino e il fascino della storica via Romea. A questo vanno associati la piscina, due palestre, i campi da tennis, i campi da calcio, di cui uno in sintetico, tutti raggiungibili comoda mente a piedi da bambini e famiglie.

Fanano è anche cultura, con i suoi scorci caratteristici, alcune Chiese dall’importantissimo valore storico come la Pieve di San Silvestro e la chiesa di San Giuseppe, le ville seicentesche, il museo all’aperto
di Scultura su Pietra con più di 200 opere sparse nel territorio comunale, il Museo della Linea Gotica a Trignano, con reperti bellici provenienti da tutto il Mondo e l’area tematica dedicata a Felice Pedroni, scopritore d’oro di Fanano che fondò la cittadina di Fairbanks in Alaska.

Fanano è cucina, con l’amore e la cura di particolari tipicamente emiliana. Si respira la tradizione con tortelloni, gnocco fritto, crescentine, berlenghi, insieme alle Ricotte, alle Caciotte, al Parmigiano Reggiano e all’Aceto
Balsamico di Modena e si può toccare il frutto direttamente dalla terra come funghi, mirtilli e castagne.

Scopri Fanano!

 

Come nessun tempo mi appartiene,

eppure sempre indico il tempo,

così nessun tempo sicuro

appartiene a te o viandante.

Torre dell’Orologio di Fanano, iscrizione datata 20 ottobre 1609

 

L’origine di Fanano si perde nelle notti della storia, quando piccoli gruppi di cacciatori raccoglitori si aggiravano per le boschi del nostro appennino cercando di sopravvivere. Le strade erano semplici sentieri e un passaggio relativamente sicuro come il valico della Croce Arcana permetteva un facile passaggio verso sud. Il terreno ostile e la presenza di fitte foreste non rendeva possibile la costruzione ed il mantenimento di centri urbani, ma faceva sì che il territorio fosse l’ideale per quelle popolazioni in cerca di rifugi sicuri. I primi ad intuirne le potenzialità furono i Liguri Friniantes che, respinti dalla pianura padana prima dagli Etruschi e poi dai Galli Boi, trovarono tra queste vallate un luogo sicuro dove nascondersi ed allacciare strette relazioni con i loro cugini in Toscana ed in Liguria. Erano zone talmente protette che i romani impiegarono più di cinquant’anni per conquistarle non riuscendo tuttavia mai del tutto a controllarle. Non a caso i discendenti di Romolo e Remo furono costretti ad amministrarle in maniera particolare e divisa dal resto della pianura padana. Ma l’orgoglio non era del tutto vinto: infatti basti fare una passeggiata alla Borgata La Sega o alla Tana di Ospitale per osservare le innumerevoli incisioni lasciate sulla pietra da un esercito che durante la guerra sociale (91-88 ac.) si era accampato tra i nostri monti nella sua lotta contro le legioni romane.

Dell’epoca romana non abbiamo tracce significative, se non il nome che sembrerebbe derivare da un deformazione di “Fannianus” valido come nome di persona quanto come prediale di un “Fannius”, attestato da una stele funeraria modenese di età romana.

Dopo la caduta dell’impero romano e le successive invasioni barbariche, Fanano diventa un centro attivo per i profughi che provenienti dalle terre devastate della pianura cercano luoghi dove rifugiarsi e cominciare una nuova vita. Tuttavia, la tranquillità, in quell’epoca, non era di casa. La guerra tra Bizantini e Goti infatti imperversava per la penisola, lasciando dietro di se solo distruzione e morte. La peste mieteva vittime lì dove le spade non arrivavano. Fu in questo momento che arrivarono i nuovi invasori. I Longobardi, con un’ abile campagna militare riuscirono in poco tempo a conquistare buona parte dei territori che la guerra precedente aveva lasciato desolati, spingendosi in poco tempo ai confini di Ravenna. Subito i nuovi invasori si resero conto che non potevano tenere uniti i loro territori solo con la paura e senza vie di comunicazione visto che le vecchie erano ormai inutilizzabili. La soluzione fu trovata da Sant’Anselmo, il quale dopo aver ricevuto in dono da suo zio Re Astolfo il territorio fananese, si fece monaco e promotore della diffusione del cristianesimo nelle sue zone di professione di fede. La sua politica fu un successo. Fondando numerose abbazie, prima a Fanano e poi a Nonantola, fece sì che la religione cattolica diventasse un collagene unificante: tra le opere realizzate, la manutenzione di una via per portare i pellegrini a Roma attraverso il valico della Croce Arcana, avere una via di comunicazione sicura per mettere in stretto contatto tutti i territori Longobardi.

I secoli trascorrevano e gli anni passavano. La via Romea rimaneva uno snodo viario fondamentale per i pellegrini che, giunti a Nonantola, dovevano recarsi a Roma e cosi Fanano prosperava con essa. Ma si sa, gli imperatori e la chiesa a volte non vanno d’accordo e così Fanano si trovò coinvolto suo malgrado in lotte intestine e di confine tra guelfi e ghibellini, Bologna e Modena. Le lotte terminarono con il giuramento alla signoria estense e il definitivo passaggio alla fazione Ghibellina.

Fu grazie al domino estense che Fanano poté godere di un notevole sviluppo in epoca rinascimentale: fu incrementata la coltivazione del castagno, lo sfruttamento delle risorse idriche con la costruzione di mulini e furono coltivati boschi di faggio per la produzione di carbone.

Non solo economicamente ma anche culturalmente Fanano ebbe il suo rinascimento: la presenza di numerosi monasteri fece sì che numerosi fananesi potessero accedere allo studio dando vita a numerosi eruditi che, effettivamente, portarono in alto e in giro per l’Italia il nome della loro terra.

Lo splendore di Fanano fu tuttavia offuscato dalla costruzione della Via Vandelli sul finire del settecento. Fanano si trovò improvvisamente tagliato fuori da i principali flussi commerciali che da Modena partivano alla volta della Toscana. Cominciò cosi un lento declino che porterà una buona parte della popolazione ad emigrare negli Stati Uniti in cerca di fortuna. E ci fu chi la fortuna trovò: erano i giorni della corsa all’oro in Alaska; tutti erano pronti a sfidare la morte per quella fortuna che sembrava tanto a portata di mano quanto irraggiungibile. Un povero fananese di nome Felice Pedroni era alla ricerca dell’oro nel bel mezzo dell’Alaska quando vide un grosso alce. Il freddo era terribile e un po’ di carne fresca avrebbe aiutato nell’estenuante ricerca cosi Felice decise di inseguire l’alce. Ciò che vide nelle tracce dell’animale lo lasciò esterrefatto: una pepita d’oro si era incastrata nello zoccolo dell’animale per poi cadere nella neve. Felice non si perse d’animo e dopo un lungo inseguimento trovò dove l’animale andava ad abbeverarsi e facendo un breve setaccio capì di essere di fronte ad un giacimento d’oro, il più grande giacimento d’oro dell’Alaska. Ma si sa, la fortuna è un amante capricciosa, e cosi Felice Pedroni, dopo aver scoperto il più grande giacimento d’oro dell’Alaska ed aver fondato la città di Fairbanks, mori in circostanze alquanto misteriose.

Ma torniamo in Italia. I primi secoli del novecento videro la modernità entrare impetuosa a Fanano. Lo sfruttamento delle acque del fiume Fellicarolo permise l’illuminazione del paese e la costruzione di una fontana pubblica portò acqua fresca nel cuore pulsante della vita pubblica.

Il progresso e il benessere sembravano a portata di mano quando scoppiò la prima guerra mondiale. Numerosi giovani partirono senza fare più ritorno lasciando un vuoto incolmabile nei cuori e nel tessuto sociale. Fu poi la volta del Ventennio Fascista e, a seguire, il conseguente scoppio della Seconda Guerra Mondiale che portò Fanano sulla linea del fronte; le formazioni della Wehrmacht arroccate sulle montagne ricacciarono qualunque tentativo di assalto alleato per tutto l’inverno del 1944-45. I numerosi partigiani fananesi combatterono valorosamente per minare questa impenetrabile linea difensiva, ma fu l’intervento del corpo scelto americano da montagna “10th mountain division” che mise fine a qualunque tentativo di difesa e a permettere l’offensiva finale alleata.

Finita la guerra e pacificati gli animi, Fanano meritò anche una prima pagina sulla Domenica del Corriere, speciale domenicale del Corriere della Sera: la prima sindachessa d’Italia, Elena Tosetti, aiutava i suoi cittadini nella spalata neve, dando prova di “cambio” sia generazionale che anche negli usi e costumi del mondo contemporaneo… Fanano era già avanti negli anni.

Gli anni del benessere hanno portato ad un lento rallentamento dell’emigrazione ed oggi Fanano è una rinnovata località turistica sempre in cerca di nuovi sviluppi per il turismo, certa che grazie alle sue innumerevoli meraviglie paesaggistiche, storiche e culturali possa ritagliarsi un piccolo spazio in questo mondo globalizzato.

“Narra la leggenda che a Fanano esista un piastrone magico. È un piastrone comune all’aspetto ma che se lo pesti abbia il potere di evocare una fata. Una fata che come per magia faccia vedere a colui che l’ha evocata tutte le meraviglie del territorio: il freddo lago Scaffaiolo, il misterioso lago Pratignana, la possente cascata del Doccione…. E ritornando indietro il fortunato troverà il cuore che batte. Il cuore colmo di amore per questo luogo meraviglioso, un luogo, che non riuscirà mai più ad abbandonare, per il resto della vita”.

Oggi a Fanano

19
Mar
Cantine degli Scolopi

Agenda Appuntamenti

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Foto Archivio "Valli del Cimone"
by Roberto Leoni*
*ove non diversamente riportato.